lunedì 19 febbraio 2018

I gradi Aikikai: posologia, modalità d'uso ed effetti collaterali

Facciamo qualche lecita riflessione su un argomento piuttosto dibattuto all'interno dell'Aiki-mondo, ovvero i gradi Aikikai e tutto ciò che essi rappresentano nell'immaginario collettivo.

L'Aikikai di Tokyo è il collegamento più diretto con la famiglia Ueshiba (il nipote di O' Sensei è l'attuale reggente e sono già pronte altre 2 generazioni di successori!), quindi appare evidente come per un Aikidoka possedere una certificazione che giunga direttamente dall'Honbu Dojo (Dojo centrale) sia il modo più incontaminato per entrare idealmente a far parte di quel lineage che dal Fondatore porta in qualsiasi nostro corso di Aikido di periferia.

I gradi Aikikai vengono emessi SOLAMENTE dall'Aikikai, possiedono una filigrana ed un numero progressivo, quindi non possono essere falsificati (ci hanno già provato!!!): forse questo rende veramente distintive le certificazioni che arrivano dalla casa madre mondiale dell'Aikido.

Ci sono stili e Scuole di Aikido che - per regioni storiche - non fanno capo all'Aikikai Honbu Dojo (il Kobayashi Ryu, il Ki no Kenkyukai, lo Yoshinkan per esempio), quindi è ovvio che per essi i gradi Aikikai sono molto meno un "must"... ma è altrettanto vero che per la maggioranza numerica dei praticanti la situazione non è quella.

Per questo è interessante parlarne, poiché è un argomento che tocca molte persone, specie i praticanti di vecchia data.

Di solito il compito di rilasciare questi gradi viene delegato a Maestri di particolare fama ed esperienza, che si occupano di patrocinare la pratica dell'Aikido su delega dell'Honbu Dojo in giro per il mondo, organizzando stage, monitorando la preparazione dei candidati e sottoponendoli agli esami.

Molte nazioni hanno i loro rappresentanti ufficiali dell'Aikikai: una volta ci poteva essere solo un'ente per nazione preposto a questo, mentre ora non è più così ed in Italia - ad esempio - contiamo già 6 o 7 modi di ricevere i famigerati gradi Aikikai attraverso Insegnanti Residenti o esteri che però vengono ad ambientare qui le loro attività.

Ricordiamo Hiroshi Tada Shihan, Paolo Corallini Shihan, Christian Tissier Shihan, Yoshimitsu Yamada Shihan, Philippe Gouttard Shihan, così come Associazioni tipo Aiada, Shumeikai... sono tutti portali d'accesso ai famigerati certificati Aikikai.

L'Hombu Dojo un tempo concedeva la possibilità di rilasciare i gradi Aikikai solo ad uno Shihan, quindi ad una persona fisica... mentre ora per un'Associazione è sufficiente aver alcuni requisiti statutari specifici per richiedere alla casa madre di diventare dei suoi rappresentanti nei vari stati e territori.

Questo di fatto rende più accessibili a chiunque queste certificazioni, non richiedendo più di recarsi fisicamente in Giappone e/o di sottostare ad eventuali diktat di un unico Sensei/tiranno che poteva tenere a sé i propri allievi/sudditi... sotto il ricatto di non fare più avere loro i tanto famigerati gradi se si fossero rifiutati di obbedire ciecamente alla sua autorità.

Fino a qualche anno fa la situazione non era così ecumenica, quindi chi desiderava accedere a queste certificazioni doveva armonizzarsi alle richieste di pochi oligarchi dei gradi Aikikai: ora, fortunatamente la rosa è molto più ampia... quindi basta scegliersi la situazione più confacente a sé (oppure anche solo la "meno peggio").

A seconda degli Enti, i costi che un praticante è tenuto a pagare a seguito di un'esame si aggirano intorno a:

- Shodan (1º dan) 22.000 ¥ (165,00 €)
- Nidan (2º dan) 24.000 ¥ (180,00 €)
- Sandan (3º dan) 34.500 ¥ (260,00 €)
- Yondan (4º dan) 45.000 ¥ (340,00 €)

... mentre quelli "suisenjo", ovvero "per raccomandazione" sono all'incirca:

- Shodan (1º dan) 43.000 ¥ (320,00 €)
- Nidan (2º dan) 45.000 ¥ (340,00 €)
- Sandan (3º dan) 55.500 ¥ (415,00 €)
- Yondan (4º dan) 66.000 ¥ (495,00 €)
- Godan (5º dan) 76.000 ¥ (570,00 €) si ottiene solo su raccomandazione
- Rokudan (6º dan) 87.000 ¥ (650,00 €) si ottiene solo su raccomandazione

Ignoriamo quanto costino il 7º e l'8º dan, così le ragioni che facciano costare di più un grado suisenjo rispetto allo stesso dato tramite esame... ma crediamo anche che questo sposti di poco il discorso dell'Aikidoka medio... che al 5º dan di solito non arriva.

Va specificato che l'accordo fra l'Honbu Dojo e lo Shihan di turno, prevedeva e prevede che metà del prezzo delle certificazioni (che proprio a buon mercato non sono!) rimanga a quest'ultimo, generando quindi anche un business notevole del rilascio dei gradi.

Questa è stata una cosa parecchio criticata, tant'è che diverse Associazioni internazionali hanno optato per rinunciare alla quota prevista per i propri Shihan, per fare scendere un poco i prezzi degli attestati (è il caso della California Aikido Association e dell'Evolutionary Aikido Community, per esempio).

Giusto per fare due conti in tasca all'Honbu Dojo, quindi... solo nell'ultimo Kahami Biraki di un mese fa, in cui vengono consegnati SOLO i gradi suisenjo, si sono movimentati gradi per un equivalente economico all'incirca pari a:

9 x Shodan (2.880,00 €) + 6 x Nidan (2.040,00 €) + 34 x Sandan (14.110,00 €) + 34 x Yondan (16.830,00 €) + 530 x Godan (302.100,00 €) + 254 x Rokudan (165.100,00 €) = 503.060,00 €

Capite bene che mezzo milione di euro non è una cifra di poco conto!

Sulla base di ciò, diversi sono coloro che gridano alla mercificazione dell'Aikido ed al fatto che la casa madre tenda a diventare più simile as una "S.P.A.", che ad una "Fondazione" (come è invece per statuto), il cui unisco scopo dovrebbe essere quello di patrocinare e diffondere la pratica ed i valori della nostra disciplina.

Altro punto spesso citato da chi è contro questo tipo di certificazione, è che essa viene conferita abbastanza "d'ufficio" attraverso dei canali che spesso NON conoscono la singola persona, quindi sembra venire del tutto meno il rapporto maestro-allievo: basta che il proprio nome stia su una lista e che si abbiano i soldi per pagare ed un raccomandato (nel senso più svalutativo del termine) vale esattamente come uno che con l'Aikido si fa un mazzo così.

Sotto questo punto di vista, risulterebbe etico in egual misura se i diplomi si potessero comprare su e-Bay!

Quindi - a meno di non vivere a Tokyo e di essere un allievo diretto del Doshu - meriteremo veramente il grado che ci viene offerto o è solo uno stratagemma di uno Shihan di intascare soldi?

Questa è una delle critiche più diffuse dei "contro-gradi-Aikikai": crediamo che in parte essa possa essere sensata, ma rileviamo anche come dietro a tutto ciò possa pure nascondersi un'ombra ancora più grossa di quella che si vorrebbe mettere in risalto sull'Aikikai e suoi suoi diplomi.

Parlano così infatti, alcuni Aikidoka - spesso docenti - che sono rimasti, in qualche modo "fuori dal giro"... ovvero che non hanno agganci con l'Honbu Dojo e che quindi strumentalizzano la loro situazione per parlarne male: se la volpe non riesce ad avere l'uva, allora l'uva deve essere per forza acerba!

Inoltre, qual è il movimento opposto al non voler ricevere un riconoscimento per via di alcune operazioni di segreteria nipponiche?

Che siccome si perde il vero rapporto/trasporto di fiducia ed empatia fra maestro ed allievo, "i shin den shin" allora chiunque può attribuire il grado che desidera a qualcun altro, basta che in cuor suo la ritenga la cosa migliore da fare.
Ovviamente il caos e l'anarchia più totale arriverebbero 5 minuti dopo che iniziassimo tutti a pensarla così.

Quindi diventiamo 1º, 2º, 3º, 4º, 5º, 6º dan non perché un Ente preposto - per formale che sia - abbia convenuto che ne abbiamo le caratteristiche... ma perché "il mi babbo, la mi nonna e il mi zio" si sono riuniti ed hanno deliberato che ci meritiamo un grado che arriva dalla stampante di "mi cuggggino": capite questo modo di ragionare può diventare un tantino auto-celebrativo, se non si è capaci di stare con i piedi ben fissati a terra?

Forse la verità starà da qualche parte nel mezzo, ma tanto il nostro compito non è trovarla... quanto farvi riflettere su queste dinamiche molto umane... per le quali - a dire il vero - i diplomi sono solo un pretesto per emergere e quindi poterne parlare.

Non ci sono poi solo i "contro-gradi-Aikikai", ma anche quelli "pro-gradi-Aikikai-a-tutti-i-costi": parliamo anche un po' di loro...

Se l'appartenenza all'Aikikai Foundation può essere un motivo di lustro, di lineage e di pedigree (e quindi possedere un grado Aikikai potrebbe essere sinonimo di una qualche sorta di "qualità"), è altrettanto vero che NON viviamo in Giappone... e qui in Italia abbiamo alcuni regolamenti chiari per poter praticare ed insegnare una disciplina come l'Aikido.

Nel nostro Paese, l'Aikido è un'attività sportiva, che può essere praticata se si è iscritti alla Federazione sportiva nazionale di competenza (FIJLKAM) o agli Enti di Promozione Sportiva riconosciuti dal CONI.

Per insegnare sono necessarie qualifiche (su 4 livelli) rilasciate dalla FIJLKAM o dagli Enti di Promozione Sportiva riconosciuti dal CONI (e fra essi, quelli più seri, che sono la minoranza... il resto è fuffa che manda una certificazione a casa dietro pagamento).

Bello, brutto? Giusto, sbagliato?
È così... e basta!

Ne segue che un Insegnante di Aikido pluri-insignito dell'11º dan Aikikai (se mai esistesse!) in Italia NON ha alcun titolo per aprire un corso: i suoi grandi a mandorla sono una grande cosa a livello affettivo, ma sono privi di qualunque valore legale QUI... di conseguenza, senza una QUALIFICA in corso di validità (non basta prenderla una volta per tutte, si badi: è necessario rinnovarla di anno in anno!) le assicurazioni non pagano in caso di sinistro, quindi talvolta i proprietari delle strutture sportive cercano semplicemente i docenti fra coloro che mostrano di avere titolo per essere ritenuti tali.

Sembra brutto dirlo, ma è esattamente così!

Quindi i gradi Aikikai possono essere sicuramente un elemento di "appartenenza" all'interno di un movimento, come il nostro... ma è necessario distinguere fra elementi di carattere personale e documenti dotati di una validità giurisdizionale e giurisprudenziale.

Capite bene che il quadro che emerge è piuttosto complesso: gradi Aikikai si, gradi Aikikai no?

Vi diciamo come abbiamo risolto NOI la faccenda, senza la pretesa di avere trovato la soluzione ultima alla questione.

Il nostro Dojo è iscritto alla FIJLKAM e tutti i suoi docenti devono dotarsi di QUALIFICHE Federali per l'insegnamento dell'Aikido, ma questo non è sicuramente un obbligo rivolto alla maggioranza dei praticanti: c'è gente che di insegnare non fregherà mai nulla.

Chi vuole insegnare, lo fa "apposto coi libretti" però... perché è ciò che la legge richiede e che richiederà sempre più.

Poi noi abbiamo un supervisore internazionale, membro dell'Aikikai Fundation, dal quale è possibile ricevere il famigerato diploma Aikikai.

Chi vuole avere la certificazione d'insegnamento, la ottiene dalla Federazione, che è l'organo istituzionale più adatto e serio nel fornirle, in quanto longa manus diretta del CONI...
Chi desidera il riconoscimento Aikikai, può accedere pure a quello senza problemi.
Chi da noi non vuole niente, pratica e basta... finche vuole e senza che nessuno gli dica nulla!

Ci sembra però serio aprire gli orizzonti a chi ci frequenta, e non fare il contrario per questioni di convenienza (sia ciò significhi propendere - o meno - per una certificazione, rispetto ad un'altra): questo ci pare etico!

Cio implica che alcune persone debbano fare esami DOPPI (FIJLKAM ed Aikikai) per avere tutto ciò che desiderano, ma questo non è vissuto come un problema, giacche ciascuno è lasciato libero di scegliere e quindi fare ciò che crede meglio per sé.

La cosa che ci sembra importante è motivare le proprie posizioni agli allievi (soprattutto ai futuri Insegnanti che si allenano con noi), facendo emergere come si dovrebbe essere loro preposti ad aprire gli orizzonti e non a chiuderli... e ben sapendo che il mondo dell'Aikido - e quindi anche delle sue certificazioni - è denso di pregi ed imperfezioni, sia a livello nazionale, che internazionale... che non verranno però migliorate, né sanate evitando di porsi il problema in modo maturo.



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