lunedì 13 novembre 2017

Aikido e bulimia: è possibile?

La bulimia è un disturbo serio del comportamento alimentare, che purtroppo interessa un crescente numero di persone.

È qualcosa di psicologicamente parecchio difficile da stanare e trattare con efficacia: polarmente opposta rispetto all'anoressia, il bulimico (cioè quello che letteralmente ha una "fame da bue") mangia in modo compulsivo, indipendentemente dal sensazione di sazietà o meno che prova.

Di solito, la terapia cognitivo-comportamentale è il trattamento primario per la bulimia... ovvero è necessario andare in analisi.

Esiste qualcosa di simile alla bulimia in Aikido?

ESISTE!!!

È un fenomeno non molto frequente, ma esiste: parliamo di alcuni fra coloro che non perdono occasione per praticare ed investire ogni loro tempo e risorse in Aikido...

Ed è una cosa buona, visto che la pratica non è mai abbastanza?

NO, non lo è... perché l'Aiki-bulimico fa tutto senza criterio, al solo scopo di "averne di più possibile"... e quindi senza rendersi conto che ciò non porta a nulla di buono per sé.

... mangia, mangia e non si cura se digerisce qualcosa oppure si intasa e basta!

Non solo non mancherà mai a lezione, ma al Dojo farà di tutto per essere "il migliore", quello più in vista, quello che sa tutto come una sorta di "primo della classe" o "vice maestrino"... l'impeccabile, insomma... ma solo per colmare un suo grande vuoto personale, più che per amore di ciò che pratica e di se stesso.

L'Aiki-bulimico avrà un Aikidocard (Budopass) pieno zeppo di stage registrati: ogni fine settimana sarà su un tatami diverso, si sottoporrà al allenamenti con i Maestri più disperati... girerà l'Italia (e l'estero) come un senza fissa dimora... per fare più stage possibile, quasi come se il numero di stage fosse qualcosa da collezionare e da vantare di fronte ai propri compagni ordinari di allenamento.

Andare agli stage, nuovamente, fa bene intendiamoci... ma non è qualcosa di quantitativo!

Se non c'è seria presenza ed intenzione consapevole, l'Aikido è una buona strada per perdersi in quella parte di se stessi nella quale è possibile naufragare, esattamente come qualsiasi altra disciplina.

Avete mai visto persone calcare sul tatami senza essere più capaci di fermarsi?

La differenza fra la saggezza, la costanza, la buona volontà... e l'esagerazione può essere così piccola?

Può essere... può essere...

In Aikido conta ciò che fai, se tu sei dentro ciò che fai... non se il tuo agire è diventato una droga, alla quale sei legato con un meccanismo ossessivo compulsivo!

Sicuro che più uno si allena, più maestri si incontrano sulla propria strada, maggiore è la possibilità che si ha di crescere... ma il concetto di [道] "DO" non prevede alcuna aspettativa sul risultato... 

... anzi indica la tendenza a percorrere una via per il solo GUSTO stesso di percorrerla, piuttosto che per potersi vantare (con se stessi e quindi con gli altri) di quanti chilometri abbiamo fatto.

Il traguardo è secondario alla capacità di godersi il percorso: sotto questo punto di vista, è anche quindi possibile praticare "poco e bene" ed vivere un'esperienza qualitativamente invidiabile.

Ma poi... chi se ne frega di essere invidiabili?!
Torniamo di nuovo allo stesso punto: cosa gli altri pensano di ciò che facciamo dovrebbe essere un problema altrui per un Aikidoka...

Il kaizen (ne abbiamo parlato QUI) avviene studiandosi di continuo, ma anche riconoscendo i propri limiti ed imparando a rispettarli.

Un bulimico dell'Aikido non ce la fa... quindi alla lunga si fa del male senza accorgersene e paga caro il suo azzardo, proprio perché esagera, ed il suo corpo, la sua mente ed il suo spirito lo costringeranno presto ad uno STOP forzato e rinsavente.

Esiste un tempo fisiologico per l'apprendimento e ciascuno ha il proprio: questo tempo non può essere forzato in alcun modo, ed il solo tentativo di accelerare le proprie conquiste più del consentito denota una certa immaturità della propria visione... 

L'Aiki-bulimico punta a passare esami uno dietro l'altro, vuole l'hakama quando è kyu, vuole altri dan quando ne possiede già una: nulla che la maggioranza di noi non abbia mai desiderato... ma è nella sproporzione di questo slancio la sua stessa "malattia": imparare tanto è veloce rischia di lasciare spesso le cose sulla superficie... come un post-it male appiccicato e quindi molto precario, mentre un Aikidoka dovrebbe essere più innamorato del raggiungimento di una qualche profondità.


Non dovrebbe "avere", ma "essere" una CINTURA NERA, and so on...

La bulimia in Aikido è spesso un pretesto per non guardare le cose in modo serio e maturo: da questo punto di vista, quindi è una fuga simile a desistere dal praticare sul serio...

L'Aikido può essere definito in molti modi, lo abbiamo letto più volte in queste pagine: quest'oggi ci piacerebbe pensare ad esso come "l'arte del compromesso"; nulla che rimandi ad aspetti rinunciatari, quanto all'intelligenza necessaria a trovare un percorso equilibrato da percorrere, senza farsi consumare da esso...

... e dover quindi per forza rinunciare a perseguire i propri traguardi desiderati.

Scendere dal tatami con ancora un po' di Aiki-appetito potrebbe essere una buona norma per ciascuno!


1 commento:

Anonimo ha detto...

Attenzione, la bulimia non è un fenomeno opposto all'anoressia.
Lascio di seguito il link di Wikipedia per qualche nozione veloce. Per informarsi meglio invece sono consigliati testi più specialistici.

https://it.wikipedia.org/wiki/Bulimia