lunedì 16 ottobre 2017

Aikido orienteering 2: guida alla "lezione di prova"

Piccolo vademecum per tutti coloro che si stanno cimentando nel non sempre semplice compito di scegliere il corsi di Aikido più adatto a sé.

Leggendo queste pagine, spesso abbiamo cercato di mettere in luce il complesso mondo della pratica di questa disciplina, anche mettendo in guardia da numerose insidie che è possibile trovare sui vari tatami sparsi per il territorio.

Ma, come giustamente ci scriveva un nostro lettore qualche settimana fa, un estraneo a questo mondo NON è di certo tenuto a conoscere gli anfratti più nascosti della disciplina che intende praticare, prima ancora di essersi iscritto da qualche parte.

A suo favore quindi, ed a favore di chiunque stia attualmente valutando l'idea di un corso, ecco a voi un semplice ma efficace elenco di alcuni degli aspetti più importanti da tenere in conto in una altrettanto prima SEMPLICE, ma IMPORTANTISSIMA lezione di prova.

Entriamo allora per la prima volta in un Dojo...

- "Buona sera, sono XYZWGHJK... sono qui per la lezione di prova di Aikido..."
- "Prego, il tatami è da quella parte, la lezione sta per iniziare!"

Al vostro arrivo, badate bene se ci sono altre persone li per la pratica, che di norma dovrebbero giungere e cambiarsi almeno 5 minuti prima che la lezione inizi:

- C'è gente?
- Se si, quanti? 2 persone, 10 o 20?

Non che un corso sia per forza un luogo affollato per essere qualitativo: si lavora bene anche in pochi e poi ogni corso - anche i più evoluti - saranno sempre dovuti partire dai primi avanguardisti (e voi potreste essere fra quelli!), ma di solito il fatto che ci sia già un gruppo... la dice lunga sul carisma e l'esperienza del Maestro che lo tiene.

Ovvio che più ci sarà la sensazione di entrare in un corso strutturato, più altre persone avranno giudicato buono o perlomeno accettabile quel percorso prima di voi. Questa può già essere una buona indicazione di essere finiti in un luogo adatto.

Quando arrivate a bordo del tatami, qualcuno vi accoglie e vi da le prime indicazioni su come si lasciano le ciabatte (zoori) a bordo dell'area di allenamento, come si fa il saluto (come ci si lega la cintura, se dovesse già indossare un keikogi): se si... questa persona chi è?

- è il Maestro direttamente?
- è qualcuno dei "senpai" (allievi più anziani nella pratica)?
- ciascuno dei presenti si fa i fatti suoi e voi state in imbarazzo in un angolo, mentre gli altri che si conoscono parlano fra loro?

Questo aspetto la dice lunga sulla capacità di "accoglienza" che quel Maestro è capace di insegnare, di una disciplina che fa dell'accoglienza una delle sue colonne portanti.

Una accoglienza assente, superficiale, solo formale e fredda ci farà capire che si dice di praticare ciò che non si è ancora compreso sin dal vertice della responsabilità, ovvero dal Maestro.
Fate attenzione quindi: una buona accoglienza NON è sinonimo che tutto vada bene, ma è un indicatore importante che le cose possano essere quelle che cerchiamo.

Ora la lezione parte: a seconda degli stili viene tenuta utilizzando più o meno termini tecnici (spesso giapponesi)... La domanda è: quanto essi costituiranno una barriera linguistica importante nell'esperienza che andrete a fare?

Se alla fine della serata avrete la sensazione di non averci capito un tubo (spesso accade!) perché "quelli parlavano tutti strano ed il Maestro dava comandi incomprensibili!"... anche questo sarà segno di una lacunosa capacità di accoglienza e della tendenza a formare una "setta" di coloro che "certe cose le sanno" e che si devono distinguere da quelli "che non fanno parte del giro".

Qualche termine tecnico nuovo è forse indispensabile sentirlo, ma essi non dovrebbero costituire un muro insormontabile nella comprensione e digestione dell'esperienza di prova alla quale vi siete sottoposti.

La ginnastica di riscaldamento adesso.

In Aikido, l'Aikitaiso (questo è il nome di questa ginnastica) serve per aprire il corpo e prepararlo alla pratica, quindi ogni articolazione e muscolo viene vivificato e messo in condizione di funzionare al massimo delle sue potenzialità... ma la "ginnastica" in Aikido NON serve specificamente per tonificare, per potenziare o per dimagrire... anche perché ci si prova a svincolare dalla propria prestanza fisica nella pratica, non a divenirne dipendenti!

Una lezione nella quale la metà del tempo venisse dedicato a esercizi da Marines americani, con percorsi di guerra, sangue, lacrime e sudore... è fantastica per il Boot Camp, ma inutile sotto il punto di vista dell'Aikido: una ginnastica preparatoria adeguata vi riscalderà, vi porterà a percepire alcuni limiti fisiologici, ma starà sempre attenta a non superarli. Fate quindi attenzione alla cura che viene messa in questa prima fase dell'allenamento.

Se trovate un corso che NON fa per nulla ginnastica di riscaldamento, imparate a diffidare. 

Un tempo era così: l'Aikitaiso era (in alcuni luoghi ancora è) demandata ai singoli, che arrivano e si scaldano da soli, facendo gli esercizi più opportuni. Un tempo poi i lavori quotidiani erano più fisici, quindi aveva meno senso per un contadino "scaldarsi" sul tatami, dopo che aveva zappato la terra per le 6 ore precedenti: ora però la vita è più sedentaria, quindi risulta importante che il segretario di turno venga messo nelle condizioni di praticare in sicurezza PRIMA di chiedergli di fare delle cadute alte un metro e mezzo!
La responsabilità dell'incolumità psicofisica di ogni partecipante ad una lezione è uno dei compiti principali di un Insegnante: valutate serenamente quindi quanta cura egli ripone in tutto ciò.

La lezione e le sue caratteristiche: iniziate a prendere nota dei seguenti fattori...

- Come è strutturata la lezione?

- É un elenco di movimenti da imitare? (molto spesso in Aikido lo è)

- Il goal ti sembra più essere la ripetizione attenta e corretta di un movimento o più qualcosa di legato alla percezione della sensazione che si prova all'interno dell'esercizio proposto?

- Hai la sensazione che venga sviluppato un tema portante o vengono presentati contenuti apparentemente slegati fra loro?

- Vieni affiancato ad un allievo più esperto o pratichi con un altro principiante come te?

- Il Maestro si interessa di te durante la lezione o ti lascia fare, dedicandosi maggiormente ai suoi allievi più avanzati?

- Percepisci un substrato filosofico in ciò che viene mostrato o rimandato, o vengono presi in considerazione unicamente elementi di tipo fisico, cinematico e biodinamico?

- La marzialità in quale ordine di importanza ti sembra che venga messa? Primario, intermedio, marginale?

- Ti sembra di avere abbastanza tempo di sperimentare ciò che il Maestro ti chiede di fare o in pochi minuti egli passa ad una nuova pratica/tecnica/movimento... senza che quasi tu ti sia cimentato/a con il precedente?

- Sul tatami che atmosfera c'è: è intensa? É rilassata? É dogmatica o cattedratica? C'è chi cazzeggia?

- Come sono i volti degli altri: del Maestro, degli altri allievi? Sono accigliati, seri, sorridenti, sereni... qual è la parola che potrebbe meglio descrivere le tue sensazioni?

- Hai il sentore che ci sia lo spazio per fare domande, per chiarire i dubbi eventuali che ti vengono?

- Il Maestro viene trattato dalle altre persone presenti come una sorta di semi-dio o si percepisce un rapporto più paritario fra i praticanti?

- Ci sono quadri con scritte in giapponese sulle pareti? Foto di uomini anziani con gli occhi a mandorla da qualche parte? Ci sono loghi che ti sembrano rimandare a qualche Ente/Federazione/Associazione?

Ovviamente le domande iniziano ad essere tante e fornire rimandi precisi a seconda delle vostre sensazioni non è facile per noi, ma facciamo un esempio: siamo principianti assoluti... manco abbiamo ancora deciso se iscriverci al corso oppure no...

...saliamo su un tatami e ci viene proposto di fare il saluto; sentiamo il Sensei urlare: "Superzazzola-prematurata-come-se-fosse-antani!";
Gli allievi rispondono: "Sbiriguda!"

Il Maestro: "Questa sera ci occuperemo di approfondire il discorso legato al Wingonchao, nello specifico distinguendo il Paetuchi dal Meiguankorei... nelle loro forme Gaseitamo e Nancinpadao"

Tu pensi, fra te e te: "E sticazzi!!!"

Parte una lezione ad un ritmo frenetico, in cui tutti fanno salti di 3 metri e tu speri ardentemente di non doverli imitare... solo che il Maestro è severo, ha lo sguardo incazzato come se gli avessero appena ciulato il motorino: grida a tutti qualcosa... "Tu, meno passi!", "Tu abbasta ste anche!"... "Ma allora non hai capito niente?!"

Ti trovi a fare un lavoro di coppia nel quale - dopo pochi minuti - il tuo compagno ti parcheggia il suo gomito in mezzo ai denti... e poi ti dice: "Scusa, ma ti dovevi parare però!"

Frani ripetutamente al suolo ogni volta che qualcuno ti tocca, ma tu non riesci a fare cadere nessuno... perché non hai manco capito con quale piede o mano devi fare il movimento.

A parte qualche culata, non senti scricchiolii ossei e pensi che la struttura - nonostante tutto - sta resistendo... approfitti per ringraziare i tuoi angeli protettori per il servizio extra che stanno svolgendo!

Dopo un'oretta di delirio, vedi che i tuoi compagni raccattano gli incisivi che hanno lasciato sul tatami e sudati marci e un poco rantolanti, si rimettono in fila.

Il Sensei urla nuovamente: "Superzazzola-prematurata-come-se-fosse-antani!";
Gli allievi rispondono: "Sbiriguda!"

La lezione è finita, ma NON è stata una lezione di Aikido!!!

Affinate la vostra intuizione e datele retta: anche se non sapete un tubo di Aikido, ciascuno di noi sa per istinto quando si trova in un luogo degno nella nostra presenza ed utile allo scopo che abbiamo in mente per voi stessi... e se piccoli o grandi segnali confermano o sconfessano questa "voce interiore", dovrete comportarvi di conseguenza.

Un altro aspetto importante, che è vitale tenere in considerazione: l'atmosfera negli spogliatoi.

Un Dojo non si limita al tatami, che è più direttamente l'area della pratica fisica vera e propria: per questa ragione, anche dall'atmosfera che percepite negli spogliatoi (prima o dopo la lezione, è indifferente) potrete desumere se vi trovate presso il corso che fa per voi o meno.

- Cosa fanno gli gli altri Aikidoka?

- Parlano serenamente fra loro? Provano ad includervi?

- Li sentire parlare di problematiche legate alla pratica?

- Criticano forse altre persone? Altre Scuole, altri stili, altre didattiche?

Ogni caloria persa in attività di ESCLUSIVA critica feroce e distruttiva dovrebbe farvi allontanare di 10.000 km da quel luogo: in Aikido la critica è fondamentale SOLO se è costruttiva, quindi può essere presente ed anche tagliente, ma deve servire a qualcosa... altrimenti è monnezza pure il contesto che la permette.

Se durante la lezione, o la serata di prova, aveste sentito alcuni elementi che hanno stimolato la vostra curiosità (nomi di tecniche, di Maestro, di Scuole, etc...), una volta a casa, fatevi una Googolata sul Web, e provate a vedere se trovate qualche corrispondenza con ciò che vi è stato rimandato.

Se l'insegnante millanta di allenarsi da 87 anni consecutivi (!!!) e di essere settordicesimo DAN (!!!), NON si può trovare proprio nulla che parli delle gesta di un simile leggenda vivente: magari non ne parla proprio il sito del consolato giapponese, ma qualche stage o corso in qualche scantinato maleodorante con la sua faccia lo dovrete pur trovare on-line... no?!

Altro warning importante: se vi trovate in un luogo sano, dovrà esservi permesso di informarvi in modo chiaro su aspetti prettamente burocratici che vi potrebbero riguardare nel caso di eventuale iscrizione... come quale Ente patrocina la pratica, che rapporti esso detiene con il CONI (che in Italia patrocina ogni sport, quindi anche l'Aikido), che forma di assicurazione vi tutela, qual è l'avanzamento specifico dei gradi e delle qualifiche, se o di quali gradi e qualifiche è in possesso la persona che si pone davanti a voi come Insegnante (chi è privo di qualsiasi cosa ci farebbe scappare altre 10.000 km rispetto a prima!)...

... ma c'è un ultimo, indiscutibile modo di comprendere se si è finiti nel luogo giusto per voi: fateli parlare, fateli esprimere, fate domande sull'Aikido, sulla sua pratica... fino quasi a farvi percepire "pesanti": se siete davanti alle persone che fanno al caso vostro NON sarà un problema essere ridimensionati in questa vostra curiosità in modo gentile, ma fermo... li state infatti TESTANDO nel campo in cui un Aikidoka DOVREBBE (il condizionale è d'obbligo!) essere più esperto, ovvero il conflitto... pure se questo dovesse essere con VOI!

Metteteli fuori dalla zona di comfort ed osservate come agiscono o reagiscono alla cosa: se la cavalcano e la stornano a favore di tutti (compreso il vostro!) siete in un luogo piuttosto interessante, se si infastidiscono, si stizziscono o irrigidiscono siete davanti ad un asilo infantile dell'Aikido, quando magari voi cercavate un corso universitario della disciplina.

Se - ancora - percepiste qualsivoglia tendenza a dogmatizzare o a descrivere se stessi o l'Aikido che viene praticato presso quel Dojo come "il migliore", "il più marziale", "il più tradizionale", "il più veramentefigo-kazzutokisuda-mannaggiatté-kosaifattofinoadora"... allora ringraziate e congedatevi: avete già imparato l'Aikido molto meglio voi di loro pur NON praticandolo ancora!!!







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