lunedì 27 febbraio 2017

In Aikido mettici la faccia!

Seminario di Aikido XYZ: luogo, orario... ma niente nome del docente, niente foto.

Lezione di Aikido "ciccio formaggio": luogo, orario... ma niente nome del docente, niente foto.

Che l'Aikido sia diventato un'attività anonima?

Che a tenere le lezioni o i seminari sia sempre quel connetto giapponese che si vede nelle varie locandine!?

Assomiglia straordinariamente a Morihei Ueshiba, ma non può essere lui... perché è morto nel 1969!!!

Che cosa vogliono dire poi quei pittogrammi complicatissimi, di solito scritti in verticale, che si trovano sempre in ogni manifesto di raduno Aikidoistico?

Ah... è la scritta "AIKIDO" in giapponese!!!

Ma chi la fa la lezione?
Un esperto di calligrafia???

No, forse un Maestro... e perché allora non c'è il suo nome o la sua foto (spesso mancano tutti e due!) sulle attività che promuove?

Forse perché in foto viene sempre male?
Ma non dovrebbe rappresentare "armonia"?

Com'è che non è Aiki-fotogienico...?!

Forse perché se ci si mette la faccia è poi più difficile evitare la figuraccia, nel caso in cui il seminario o le lezioni siano poi deserti.

Lo sapete vero che la maggioranza dei seminari di Aikido in Italia sono voluti ed organizzati dai DOCENTI di Aikido - ufficialmente per il bene dei propri studenti - e non per richiesta di qualche gruppo di allievi particolarmente studioso?

Si chiama "auto-promozione", insomma: chi crede di essere un Maestro mette su una locandina, improvvisata con Word... poi 4 allievi per pena verso il loro insegnante passano qualche pomeriggio di sabato a sbattersi per terra a vicenda... e finisce tutto con qualche torta sapientemente preparata da mamme e mogli dei partecipanti e con un bicchiere di coca cola: la vera parte deliziosa ed irrinunciabile dello stage è generalmente questa!!!

Nulla di male nel potere aggregativo e socializzante dell'Aikido, anzi... solo che ogni tanto bisognerebbe fare Aikido anche perché VOGLIAMO fare Aikido e perché ciò ci torna UTILE!!!

Generalizzare è spesso limitante, ma ciò non toglie che vediamo ancora un tot di eventi organizzati da piccoli insegnanti (e non per forza di statura), forse con l'unico intento di vestirsi da giapponesi ed essere chiamati "Maestro" da qualcuno... purtroppo.

D'altronde non esiste una regolamentazione chiara, quindi ciascuno fa un po' ciò che ritiene essere il meglio, ma per sé e per gli altri... o solo per sé?

L'Aikido centra sicuramente con il proprio "io", ma non dovrebbe essere in toto destinato all'ingrasso dell'EGO di nessuno.

Per questo che "metterci la faccia" diventa sempre più importante: così sono più chiari sia gli onori che gli oneri, e ci rivolgiamo innanzi tutto a chi INSEGNA, ovviamente!

Ci auguriamo sempre di più che gli allievi abbiano l'abitudine alla curiosità ed al buon gusto anche pre-iscrizione ad un corso o ad un seminar: se vedete comportamenti eccessivamente amicali, o da "volemose-Aiki-ben" diffidate.

Diffidate se chi avete dinnanzi evita di esporsi, poiché chi lavora con coscienza e consapevolezza del proprio operato non ha alla di temere nel farlo.

Un Maestro è innanzi tutto uno che dà... e che lo fa con generosità, senza aspettative sull'eventuale ritorno: una persona simile non ha remore a fare le cose in chiaro, dando nome e cognome alle cose che propone agli altri.

Si vedono, ad esempio, ancora relativamente pochi Insegnanti disposti a far entrare un live da social network nel proprio Dojo: vi siete mai chiesti come mai?

Certo che per tradizione, ciò che avviene nel Dojo è riservato agli "addetti ai lavori"... ed ai tempi di Takeda Sokaku era mantenuto rigorosamente segreto.

Sapete tuttavia chi fu, nel lontano 1958 a consentire che addirittura una TV americana (cioè l'equivalente dei social network del tempo) riprendesse scene ordinarie d'allenamento nel proprio Dojo?

Ma un certo Morihei Ueshiba, naturalmente!


Un innovatore?
... Sicuramente, ma anche una persona che non aveva nulla da nascondere forse!

Crediamo che per molti sarebbe piuttosto difficile, scomodo o imbarazzante far vedere al mondo quanto nel proprio Dojo "se la suonino e se la cantino" davanti a 4 gatti con gli occhi pieni di punti interrogativi. Ed oggi oltre tutto basta un telefono per aprirsi al mondo...

Non è quindi mancanza di mezzi, quanto forse talvolta proprio questione di Aiki-pisello minuscolo... misto ad un certo numero di altre problematicità, sapientemente travestite da morigeratezza, riservatezza, affezione alla privacy... ed altre scuse simili.

Possiamo fare molto per la nostra disciplina, ma dobbiamo parlare il linguaggio della nostra epoca per fare la differenza nella nostra epoca: se l'universo è uno specchio - come O' Sensei ed un tot di altre personalità illustri vanno affermando da secoli - allora tanto più ci apriamo al prossimo, tanto più egli ci verrà in contro... e varcherà le porte dei nostri Dojo, meglio comprendendo cosa accade al suo interno.

Bisogna però prima essere disposti a metterci la faccia però, altrimenti il processo nemmeno decolla!



Nessun commento: