lunedì 6 giugno 2016

Morihei Ueshiba: il mentalista

Vi presentiamo quest'oggi la recensione di un testo scritto da Marco Santucci, intitolato "Morihei Ueshiba: il mentalista".

Di certo in passato gli aspetti legati alla parte più sottile, più "spirituale" della vita del Fondatore dell'Aikido hanno fomentato miti e leggende... che hanno dato il via ad un sacco di biografie che sanno di racconti soprannaturali.

Morihei Ueshiba sembrava essere in grado di schivare le pallottole, scomparire in una stanza e ricomparire in un'altra ala dello stesso edificio... allegorie forse, ma di certo racconti che hanno del fantastico: noi siamo dell'idea che la meravigliosità della sua opera non abbia bisogno di questi eventi eccezionali per aumentarne la visibilità e la grandezza.

Quindi sono cose realmente accadute?

Sono esagerazioni, licenze poetiche di qualcosa di reale?

Sono miti che nascondono un messaggio più profondo?

Di certo la natura sottile della vita del Fondatore raramente è stata indagata con serietà ed attenzione: ci è piaciuta quindi particolarmente l'idea di Marco Santucci (che abbiamo già avuto modo di conoscere ne "Il Samurai e l'uomo invisibile", di cui abbiamo parlato QUI) di lavorare in questa direzione.

Un mentalista è un individuo che possiede specifiche abilità
mentali e intuitive, sviluppate attraverso un attento studio di argomenti come la comunicazione, la persuasione, la lettura delle emozioni altrui e l'interpretazione del linguaggio del corpo; con questi strumenti egli da talvolta la sensazione di essere capace di cose non comuni... come telepatia, chiaroveggenza, divinazione, precognizione, psicocinesi, medianità, controllo mentale e così via.

Nel suo testo "Morihei Ueshiba: il mentalista", Marco Santucci prova a delineare alcuni aspetti molto noti della disciplina, ma ai quali non è stata riservata fino ad ora un'altrettanto attenta trattazione bibliografica:

- la spada che salva la vita "katsu jin ken" (argomento da noi parzialmente affrontato QUI);
- la via degli dei "Aikido wa kannagara no michi desu";
- la vittoria su se stessi "masakatsu agatsu katsuayabi";
- calmare lo spirito e ritornare alla fonte "chinkon kishin";
- la consapevolezza del momento presente "zanshin";
- il respiro "kokyu";
- la mente inamovibile "fudo shin";
- lo sguardo del guerriero "me tsuke";
- la strategia e l'iniziativa "seryaku e sen";
- le premesse dell'efficacia "tsukuri e kuzushi";
- la famosa frase di O' Sensei "io sono l'universo" "watashi wa rikugou desu";

... e lo fa tramite una ricerca personale evidente ed appassionata, che quindi ha un enorme valore anche per la collettività!

Vengono esplorati alcuni fenomeni apparentemente inspiegabili alla luce delle oggi note neuro-scienze, consentendoci quindi di "svelare" parte dell'ignoto con più accuratezza e precisione di un tempo.

Lo straordinario di ieri inizia così ad apparire più "ordinario" nel momento in cui se ne comprende meglio le dinamiche.

Ci ha colpito nel testo l'ottimo connubio tra i notevoli traguardi della tradizione e le consapevolezze più moderne di ambiti come la P.N.L. o la Mindfulness: sempre più appare chiaro una sorta di quadro organico di fondo, che lega fra loro in modo integrato passato e futuro... magia e realtà.

Nel libro risulta in modo evidente l'importantissimo contributo che la mente offre alla nostra pratica: con numerosi esempi viene evidenziato come un pensiero equilibrato, saldo e ben diretto sia ciò che fa la differenza nelle azioni compiute sul tatami così come nel quotidiano.

Un aspetto sul quale ci sentiamo di muovere una critica, ma in senso costruttivo, è riferito alla terminologia utilizzata: è noto come autori differenti utilizzino uno stesso termine talvolta per riferirsi a contesti molto differenti fra loro.

In ambito sociologico, psicologico e psicanalitico una parola come "mente" viene ad assumere una varietà di significati molto ampi, quindi - non è un problema del testo, ma del lettore - è bene essersi dotati degli strumenti giusti per comprendere a cosa l'Autore si riferisca.

Nel testo "Morihei Ueshiba. il mentalista", ad esempio, ci si riferisce molto bene a "cose" che vengono collegate alla mente, che per esempio noi chiamiamo in un altro modo: per uscire dall'impasse è sufficiente crearsi una sorta di "stele di rosetta" di chi scrive, per poter tradurre in modo snello i contenuti, mantenendo quindi l'efficacia del messaggio che l'Autore intendeva trasmettere.

Nel complesso quindi un ottimo testo che consigliamo a chiunque abbia sete di approfondimento di argomenti che possono venire citati nel Dojo dal proprio Insegnante... ma dei quali non è così semplice trovare traccia negli scritti del passato, né un'analoga efficace ambientazione nel pensiero occidentale.


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