lunedì 9 aprile 2012

AikidoCard FREE, discussioni sul Web e la paura di un martello

Il Web è veramente una sorgente feconda di riflessioni, sia per persone che non sono ancora Aikidoka e che intenderebbero diventarlo, sia per coloro che lo sono già da un pezzo.

In questi giorni c'è stato un acceso scambio di opinioni, vedute e stimoli sui Social Network in merito ad un sacco di questioni importanti, che spesso rischiano di inficiare le qualità della pratica e/o dell'insegnamento, se non ci sono già proprio riusciti da un pezzo... rendendo l'Aikido qualcosa che non viene gestito dalla comunità come sarebbe auspicato dai sogni di ciascuno.

C'è chi giustamente ha fatto notare come la corsa all'acquisizione di gradi, soprattutto quelli internazionali targati Aikikai di Tokyo, sia una mera mercificazione di qualcosa che ha senso solo nell'ambito di un rapporto Maestro-Allievo che si conoscono direttamente, rispettano e frequentano... ed hanno quindi un rapporto di collaborazione autentico (ciascuno nel suo ruolo).

Fabio Branno Sensei ha scritto un interessante articolo che potrete trovare a questo link al suo Blog "Aikido Vivo".
A seguito di ciò sono state fatte alcune proposte differenti:
- non richiedere più gradi internazionali per non fomentare il mercato dei fornitori/lucratori esclusivisti di questa troppo agognata royalty;
- evitare di esporre il proprio grado nelle locandine dei Seminar, per dare il segnale che sono altri gli elementi che portano a frequentare un Insegnante;
- ...

La comunità, insomma, si è chiesta come uscire dall'incubo di massa che rimanda che il grado sia sinonimo di una qualità che palesemente poi non è in grado di sostenere in molte occasioni. 

C'è chi si è domandato come sia possibile classificare in un rigido elenco di tecniche il protocollo di un esame che dovrebbe servire per attestare il raggiungimento di capacità e predisposizioni personali che vanno ben al di là del mero tecnicismo, anche se attraverso di esso possono emergere.


Qual è il protocollo più corretto per giudicare un uomo nella sua completezza, sempre che ce ne sia realmente uno!
Di conseguenza alcuni inneggiano all'abolizione degli esami in Aikido, consci che gradi simili sono vissuti in modo differente da persone differenti, che spesso accomunano gente dalle capacità molto eterogenee fra loro.

Morihei Ueshiba, a quanto pare, utilizzò diversi metodi per conferire gradi ai suoi allievi, fra i quali emerge inaspettato il criterio "a muzzo"... cioè secondo l'idea che in quel momento gli era balenata in testa.

Certo, nessuno si permette di dire che li abbia mai conferiti a sproposito, ma intanto chi ha seguito le sue orme... ed ha creato protocolli... constata come questo sistema spesso faccia acqua, ma come anche la completa anarchia paia non essere una grande soluzione alla cosa...

C'è chi in questi giorni ha ribadito la pericolosità di far diventare l'Aikido un'attività lucrativa... professionale se vogliamo, giacché i professionisti in ogni ambito solitamente si pagano per le loro prestazioni.
Il binomio "soldi = corruzione"... o comunque mancanza di libertà di agire secondo coscienza e necessità di sottostare a scomodi e poco chiari compromessi spaventa chi vuole "agire bene", per passione e per ideali profondi.

Sono stati messi in discussione alcune nuove trovate virtuali per esibire il proprio curriculum in Aikido... Aikipedia, una fra tutte, di cui avevamo parlato anche nelle nostre pagine (link qui per andare al ns. articolo):
- secondo alcuni sono strumenti complessi da utilizzare, rischiano di rafforzare i "poteri forti" di quei "Maestroni intoccabili" che hanno fatto della loro figura un logo da vivere con timore;
- a parere di altri si rischia di creare l'ennesimo "Aiki-ghetto" per quelli che non compaiono su una lista che potrebbe divenire cult (ad esempio, leggi "ora chi non è su Aikipedia è una pippa").


Chi attribuisce grande significato ai gradi Dan della tradizione, chi li vive solo come un elemento discriminatorio acquistabile al grande supermercato degli Shihan (che per onore di verità, sono tenuti a trattenersi esattamente metà della cifra corrisposta all'Aikikai dal candidato per avere il suo grado: i più maligni potrebbero pensare "Meglio promuoverli questi allievi... se si vuole battere cassa!").

Questo ed ancora molto altro è stato detto e si dirà, condito solitamente da una buona mole di puntualizzazioni alla nitroglicerina, che infiammano gli animi degli Aikidoka più spesso di quanto non li quietino.


Gli argomenti sono tutti importanti, ma crediamo che lo sia altrettanto la modalità di dialogo su di essi.

Anche noi volevamo dare un nostro contributo pratico, ma ci siamo resi conto di non essere in grado di intervenire direttamente su nessuna delle questioni esposte sopra, senza cadere nella banalità del "io la penso così", che accende subito uno che risponde - quasi per gusto di contraddittorio - "ed invece io assolutamente no". Le teste coinvolte sono tante, i pensieri in esse ancora di più!

Ci è però venuto in mente che il leitmotiv di tutto ci risultava essere il grande disaccordo sull'utilizzo di STRUMENTI di vario genere GRADI, ESAMI, CURRICULUM, SOLDI... e abbiamo riflettuto su quanto uno STRUMENTO possa essere effettivamente pericoloso: "un martello" per esempio...

Molti omici casalinghi efferati sono avvenuti per via del raptus di qualcuno che preso un martello che gli capitava a tiro, è riuscito a trattare la suocera come un tassello dell'Ikea: tuttavia non si è smesso a livello globale di produrre e commercializzare i martelli.

Perché questo?


Forse nell'idea del primo costruttore di martelli, c'era più l'intenzione di appendere un quadro in casa, anziché di martellare la propria suocera... quindi si è reputato che questo genere di atrezzi non rientrassero di diritto nelle armi di sterminio di massa.

Gli strumenti sono STRUMENTI, ed è la mano e la coscienza di chi li muove a decidere la loro utilità o meno.
Non creadiamo che sia diverso per tutto ciò di cui abbiamo parlato fin'ora.

- Mercificazione dei gradi internazionali?

E' uno scempio, perchè ci sono dei compratori e dei venditori... ma non sono i gradi internazionali da bandire, quanto un loro uso improprio: è bene essere consapevoli dell'utilizzo che se ne fa, delle incongruienze anti-Aikido che si compiono nel chiederli/consegnarli ad uno che non si conosce in cambio del proprio profitto.


Noi come abbiamo fatto?


Nei nostri Dojo giungono solo gradi internazionali Aikikai ricevuti da Shihan che hanno rinunciato pubblicamente alla loro quota personale (con il valore aggiunto pratico non da poco quindi di costare anche molto meno...) e che sono solo consegnati SOLO dal nostro Maestro di riferimento, che ha con noi un rapporto di collaborazione stretto e personale, così come la tradizione richiede che sia.


Il compromesso qual è?



Che noi andiamo piano nell'avere i nostri riconoscimenti, perché spesso passano anni molti anni in più del previsto dalla data in cui facciamo l'esame a quando possiamo sostenere un nuovo test (per via di burocrazie che coinvolgono viaggi Italia -Svizzera - States - Giappone e viceversa)... quindi insegnanti kohai nella pratica ora hanno potuto fare carriere sfolgoranti (sulla carta), che noi non potremmo permetterci mai non avendo "santi in paradiso" uguali a loro... ma che importa, arriviamo dove vogliamo, sicuri di meritarci i riconoscimenti che ci giungono, e chi sta più in pace?!

Ci dovremmo preoccupare se l'Aikido fosse una corsa... ma non la è!


- Protocolli d'esame e test?


Come testare le capacità tecniche è chiaro, come valutare una persona potrebbe risultare più delicato.
Il nostro compito di allievi ed Insegnanti tuttavia lo prevede, come avviene in tutto il mondo ed in ogni altra Arte Marziale. Cerchiamo di utilizzare bene lo strumento "lista d'esame" senza essere rigidi o eccessivamente flessibili, considerando che con essa testiamo persone distinte che hanno inclinazioni, capacità ed aspirazioni molto differenti rispetto all'Aikido.
Più si punta in alto, più è naturale doversi impegnare a fondo, poiché anche le responsabilità aumentano proporzionalmente! Proviamo insomma ad utilizzare al meglio delle nostre capacità lo strumento, anziché abbandonarlo per timore di sbaglio.

- Il lucro e professionismo?


Ci sono alcune differenze fra i soldi ed il diavolo, anche se questi ultimi sono sempre stati cosiderati una delle sue armi all'occhiello per tentare le anime sempliciotte.
"Soldi = ladreria/mancanza di etica" sono binomi forse famosi qui in Italia, ma non sul resto del Pianeta.
Nuovamente, "i soldi sono un ottimo servitore, ma un pessimo padrone" recita un famoso proverbio!

Se essi sono uno STRUMENTO nelle nostre mani, sono pericolosi come il martello di turno, implicano responsabilità... non che li useremo necessariamente male.
Noi paghiamo il nostro Maestro quando viene a darci contenuti che consideriamo nutrienti, poiché lui è un professionista... a nostra volta chiediamo una ricompensa per attività che noi consideriamo formative per gli allievi (che siamo disposti a certificare in ricevuta e spesso a pagarci 1/4 in tasse se diverse da un rimborso di una Associazione Sportiva Dilettantistica).

Preferiamo molto di più pagare... e quindi esigere di essere pagati... per un seminario i cui contenuti DEVONO essere qualitativi e aggiornati (PENA CAMBIARE PROFESSIONISTA!), che essere approssimativi ed eternamente hobbisti nel vivere il tatami con una superficialità che non gli attribuiamo volentieri, oppure ancora... essere assoggettati a manipolazioni ben meno visibili di quelle economiche.

Imparare l'Aikido non crediamo sia come comperare un casco di banane al mercato, ma è altrettanto vero che se il prezzo è congruo con quanto si decide di scambiare, risulta almeno essere un elemento di chiarezza che libera entrambi i soggetti coinvolti nella transizione.

Come sempre dipende: al centro c'è l'uomo, la sua coscienza... la sua voglia di prendersi in giro o meno; il danaro non è che un modo con cui può decidere di farlo, ma è lo STRUMENTO, non la causa del male di per sé.

- Curriculum sul Web?


Avevamo appoggiato e pubblicizzato l'idea di Aikipedia perché ci sembrava buona ed è ancora così.
Non è decollata per ora, effettivamente i rischi sottolineati potrebbero essere reali, ma d'altra parte è anche vero che scrivere di sé onorificenze che poi non si è in grado di dimostrare è un autogoal non da poco nella società di oggi.


"Verba volant, scripta manent" ("le parole vanno, gli scritti rimangono")... quindi anche solo per questo, la possibilità di lasciare traccia di cose veritiere o fesserie potrebbe in effetti aiutare l'orientamento in una giungla abitata da così tante specie animali... da rimpiangere il deserto!

In Aikido non c'è un albo di Insegnanti, non sappiamo se mai potrà esistere, quindi scrivere ed assumersi la responsabilità di quanto dichiarato ci pare un ottimo esercizio per la propria coscienza.


Il Web è intelligente e l'idea che gli utenti non protestino contro una fesseria trovataci sopra è solo perché questi appartengono ad una generazione di Aikidoka intimoriti da quelle che considerano autorità intoccabili. Noi abbiamo allievi dodicenni che, se sbagliamo un riferimento storico durante unna spiegazione, la lezione seguente si presentano con la stampata di un documento con la fonte ed i dati corretti!
E questa è la direzione che si sta prendendo, in tutto, perché dovrebbe essere diverso per l'Aikido!?!

Come viene usato lo STRUMENTO Web?

Dipende da chi digita sulla tastiera, non dalla CPU dei Computers!

Da tempo noi di Aikime avevamo pensato di fornire un ulteriore strumento al pubblico, che andasse in aiuto delle non poche persone che ci hanno contattato in situazioni... che loro stessi definiscono delicate.

Alcuni Aikidoka si sono accorti che nella babele attuale essere iscritto ad un Ente di Promozione Sportiva/Associazione/Federazione talvolta limita la loro possibilità di praticare, anziché ampliarla.

Ogni iscritto viene dotato di un AikidoCard, ossia un libretto sul quale registrare le attività importanti legate alla sua pratica: esami, stage... incontri importanti. Crediamo che conosciate di cosa parliamo.

Allora saprete anche che ogni Ente di Promozione Sportiva/Associazione/Federazione ha il SUO AikidoCard, che ci tiene molto poco a scambiare con quelle altrui.

Ci sono quindi documenti che possono essere vidimati SOLO da Insegnanti AUTORIZZATI da un Ente piuttosto che un altro. C'è gente che ha 12 AikidoCard differenti, perché nel suo percorso marziale è passato attraverso la pratica in differenti Enti... ci sono Associazioni che muoiono o cambiano nome... e che quindi propinano l'ennesimo libretto per la registrazione dei dati di ciascun Aikidoka.

Abbiamo assistito a scene tipo scambio di figurine all'atto di registrazione di alcuni seminari, dove è bene esibire l'AikidoCard più apprezzato nel luogo specifico:
"Tu ce l'hai il Budopass Aikikai?"... 
- "Anch'io!... e quello F.I.J.L.K.A.M., A.D.O. UISP, CSEN, Iwama Shin Shin Aikishurenkai... ?"
- "Si, ce l'ho... mi manca quello Ki No Kenkyukai però...!"

Ora, il senso di appartenenza è assolutamente importante, ma l'AikidoCard di per sé nasce come documento per registrare la propria "storia" Aikidoistica, non tanto per compiacere il patrocinante dell'Aikido di turno!

Ci sono persone che NON possono partecipare ai seminari ai quali desidererebbero, altrimenti corrono il rischio di essere rimproverati dal proprio Maestro, che periodicamente controlla il loro libretto per verificare che l'allievo abbia frequentato SOLO posti "GIUSTI" (per il Maestro, ovviamente!).

C'è chi ha un AikidoCard che consente solo la registrazione di gradi, ma non quella di Seminar, perché il Sensei di turno non crede che sia importante frequentare attività extra-Dojo e quindi ha sottratto le corrispondenti pagine!

- 2 persone solo in questo mese, indicate nei casi precedenti... e siamo al giorno 9! -

Questa è una coercizione preistorica che non ha più senso nella società d'oggi!
Siamo persone libere, che devono potere andare dove meglio credono senza temere ritorsioni dal pappa-di-turno che vorrebbe decidere per noi!

Abbiamo quindi pensato di mettere on-line un AikidoCard anonimo e FREE (ossia non riportante fregi di alcun Ente specifico), composto da 24 pagine per accogliere i propri dati personali, e se lo si desidera anche quelli del proprio Dojo/Maestro ed Organizzazione... con spazio per registrare tutti i propri gradi e circa 100 seminari.

E' in TRE LINGUE (italiano, inglese e giapponese), in modo da essere ben compresi in tutti i maggiori ambiti in cui si può praticare Aikido, sia a livello nazionale, che internazionale.

Se uno cambia associazione non deve fare altro che sostituire o aggiungere la pagina relativa al cambiamento.
E' in formato libretto A5 ed il PDF a questo link, o a quello stabile sulla colonna destra del Blog, alla voce "Aikime download", è liberamente scaricabarile ed utilizzabile da chi si trova sprovvisto di un simile registro LIBERO delle proprie attività Aikidoistiche.

Portando il file in una buona copisteria, con meno di 10,00 € ciascuno potrà farsi confezionare un libretto degno della migliore stampa professionale (vi consigliamo con copertina semi-rigida, plastificata ed i fogli interni stampati su carta riciclata).

Non è riconosciuto da nessuna Federazione/Associazione/Ente, quindi nessuno dovrebbe farvi problema ad apporvi sopra le sue firme: l'importante che sia riconosciuto DA VOI, come VOSTRO e di nessun altro!


Nuovamente però: questa non è la soluzione a molti problemi, ma solo uno STRUMENTO... che può essere utilizzato in modo positivo - ce lo auguriamo - per amplificare ancora di più l'idea di una pratica personale libera ed emancipata dell'Aikido... oppure no, a seconda della mano e dell'essere umano che lo muoverà.

L'essere umano è ciò che sta sempre al centro... e se è vero che le Arti Marziali contribuiscono (dovrebbero contribuire) alla formazione di donne e uomini validi... è altrettanto vero che sono essi a fare le Arti Marziali.

Le questioni relative al "giusto o sbagliato" non ci hanno mai attirato più di tanto, apparendoci entrambi due abili impostori. Non troverete su Aikime alcuna risposta definitiva o soluzione miracolosa ai problemi che attanagliano la società Aikidoistica: che scemenze... le soluzioni ed i problemi sono nuovamente facce opposte di una stessa medaglia.

E' più interessante che la gente prenda coscienza di avere una testa, e che ha la possibilità di utilizzarla per pensare autonomamente a ciò che gli risulta più utile.

A volte siamo divisi su questioni importanti legate all'Aikido, molti difendono a spada tratta una qualche "loro posizione" opposta ad un'altra.



La possibilità di ascoltare chi la pensa diversamente da noi e quindi sentirci liberi di cambiare idea o di dissentire è fondamentale... così come la possibilità di ESSERE D'ACCORDO DI NON ESSERE D'ACCORDO.

Dopo tutto come potrebbe l'Aikido essere l'arte della NON resistenza se rifiutassimo di provare a sentirci sotto pressione?

Forse si creeranno nuovi problemi o si troveranno buoni compromessi che mettono tutti un po' d'accordo, ma sicuramente sarà fondamentale come si saprà utilizzare la propria coscienza.
E siccome non ci è permesso veramente di cambiare quella degli altri, possiamo cercare di agire sulla nostra... cercandola, ascoltandola, aumentandola, facendole festa.


Possiamo incominciare a migliorare le cose nel NOSTRO Dojo, prima di pretendere che le cose cambino e migliorino a livello nazionale!

E se gli altri dovessero prendere strade che ci sembrano infruttuose?



Non ci resta che attendere che si sveglino da quello che consideriamo un "loro incubo" (senza farci trascinare in esso a nostra volta!), con la pazienza che magari qualcun altro sta usando per aspettare ci svegliamo noi!

Confidiamo sulle NUOVE GENERAZIONI, quelle che si presenteranno magari ad un Dojo fra 10 anni, che non saranno più "rincoglionibili" con un po' di esotismo sulle tradizioni antiche e da dubbi miti di invincibilità, ma smanettando sui loro telefonini sapranno un minuto dopo tutto sul loro interlocutore, sulla storia... avendo la possibilità di verificare con una pluralità di fonti mai vista prima ogni dato al quale viene chiesto di aderire per fede cieca.

Sempre più l'invito che facciamo a noi stessi è quello di comprendere e distinguere cosa è centrale nel nostro percorso da cosa invece è orpello... cosa è un principio da quello che è solo la moltitudine delle sue manifestazioni, in modo che non si facciano "guerre inutili" a chi dice la stesa cosa nosrta... ma in modo diverso.


Distinguere che cosa è STRUMENTO, da CHI è che lo utilizza e COME lo stia facendo... sono proprio argomenti che stanno al centro della NOSTRA attuale visione dell'Aikido, e sul nostro cammino.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

QUESTO DISCORSO E' TRANQUILLAMENTE RIFERIBILE ALLE MEDICINE ALTERNATIVE O ALLA MEDICINA ALLOPATICA: DA CHI ANDARE QUANDO STO MALE? QUELLO E' DIPLOMATO IN AGOPUNTURA IN CINA, QUEST'ALTRO IN ITALIA; QUELLO E' NATUROPATA MA NON MEDICO, QUEST'ALTRO INVECE E' MEDICO. DA QUALE CARDIOLOGO DEVO ANDARE: MOLINETTE O GRADENIGO? NELLE ARTI MARZIALI, NON ESSENDO IMPLICATO UN PROBLEMA DIRETTO DI SALUTE FISICA, E' FORSE UN PO' PIU' SEMPLICE. DOVETE PROVARE!!! SCUSATE.. E IL CERVELLO CHE PESA NEL NOSTRO CRANIO? LO USIAMO O DOBBIAMO AFFIDARCI A VITA DELLE OPINIONI ALTRUI? SIAMO IN GRADO DI DISCRIMARE CON LA NOSTRA TESTA USANDO LA NOSTRA CAPACITA' DI OSSERVARE LE PERSONE (MAESTRI CHE INSEGNANO AIKIDO) SENZA FAR NOSTRI A PRIORI I GIUDIZI DEGLI ALTRI E SCEGLIENDO QUELLO CHE PIU' CI CONVINCE, AL DI LA' DI GRADI O CINTURE COLORATE? COME SE UN PEZZO DI CARTA, DIPLOMA O LAUREA O ATTESTATO, SIA L'UNICO MODO PER DISCRIMINARE!

MAURIZIO

Angelo Armano ha detto...

Nel "Crepuscolo degli idoli" e facendo le bucce all'opera "Crepuscolo degli dei" di Richard Wagner, del quale non era più nè amico nè estimatore, era Nietzsche che parlava di filosofare col martello.
Il mio compaesano e collega (nel senso che faceva pure l'avvocato...) Giovambattista Vico si leccherebbe i baffi di soddisfazione, pensando ai suoi corsi e ricorsi storici.
Infatti nello stile di certi blog, affini tra loro, riconosco la tendenza di Nietzsche, del quale sono talmente estimatore, da non poter non estendere a loro il mio consenso, quanto meno alle loro intenzioni o solo ad alcune di esse.
Il problema che mi pongo, però, è come spazzare via il ciarpame e i luoghi comuni, con mezzi e da posizioni che non divengano anch'essi ciarpame e luoghi comuni.
Giustifico l'irritazione di chi, avendo lavorato bene (e ce ne sono) sia saturo della "morta gora" ed inviti a guardare in trasparenza.
Per vizio di mestiere non posso non gradire l'enfasi retorica, che amo però condire di condizionali e debite relativizzazioni, se non altro per farmi ascoltare, per non buttare il tempo, avendo scelto di esprimermi, di parlare al muro. Per lo meno ci provo.
Posso dire solo che con l'arroganza di certe posizioni, per nulla esclusive di chi se ne autoinveste, proponendosi come innovatore, come se ne fosse l'unico depositario, il risultato è che gli altri si turano ancora di più le orecchie. Quante cause perderebbero pur avendo ragione da vendere.
Le metafore della nostra disciplina dovrebbero pur insegnarci qualcosa, e pazienza se proprio nomi altisonanti, se ne fanno furbescamente beffa e, oso dire, non fanno Aikido.
Un pò di cautela da unire al giusto entusiasmo, non nuoce, anzi...
Non trovo disdicevole ricordarsi che siamo portatori di opinioni, magari portatori impegnati e appassionati, senza alcuna intenzione di recedere da quell'impegno e quella passione. In questo mi piace ancora rammentare Giovambattista Vico, il quale rimbeccando al signor "Delle carte", al secolo Renato Cartesio, autore di quella logica disgiuntiva che critico in un altro commento su questo blog, diceva:
"Ma quale verità e verità! L'uomo può tutt'al più confrontarsi con il VEROSIMILE".
Le nostre riflessioni sull'Aikido sono già "in corsa"; partono da una visione già all'opera, e non sono abbastanza radicali da metterne in discussione l'esistenza o rinvenirne il senso, profondo ed attuale.
Non è facile porre tali questioni senza toccare la suscettibilità spicciola di alcuni che, ambendo anche legittimamente ad un riscontro, magari positivo, di successo, sono smaniosi di parlare ma non di ascoltare. Non parliamo poi di interloquire, modalità che dovrebbe situarsi in analogia essenziale con la nostra disciplina.